All you gals better get out and walk
Because I’m gonna start my dirty talk
Jelly Roll Morton, "The Dirty Dozen" (1938)
Come on baby, let's have some fun
Just put your hot dog in my bun
Lil Johnson, "Press My Button (Ring My Bell)" (1938)
SEASON 1
EPISODE 1
GENERE: Musicale, Storico
PARENTAL ADVISORY EXPLICIT CONTENT
Tu sei cattivo con me
Perché ti svegli alle tre
Per guardare quei film un po' porno
Tu sei cattivo con me
Perché mi guardi come se
Io fossi un'attrice un po' porno
Porno, pop porno, pop porno
porno, porno,
Porno, Pop porno, Pop porno
Porn is everywhere.
Il porno è ovunque. La globalizzazione dell'accessibilità e la normalizzazione del porno di massa hanno aumentato la domanda e l'aspettativa di materiale "raunchy".
Dopo il mainstreaming del porno è arrivato il mainstreaming dello stripping.
Lo strip club, il twerking, l'allusione sessuale sono le caratteristiche fondamentali del Pop Porno degli anni Duemila, ovvero la degradazione pornografica della musica pop.
Britney Spears, Christina Aguilera, Lady Gaga, Ariana Grande, Shakira, Jennifer Lopez, Rihanna, Beyoncè, Nicki Minaj e altre ancora, senza dimenticare l'inossidabile Madonna.
Tutte queste donne, che si spacciano per femministe, che millantano di perseguire l' "empowerment" femminile, l'emancipazione della donna, in realtà fanno l'opposto, promuovono una ben precisa strategia di marketing decisa dall'industria discografica in collusione con quella pornografica.
L'IDEA
La serie "Pop Porno A Dirty History of Music" traccerà una nuova storia della sessualità indagando su come questa è stata rappresentata nel corso del tempo nell'ambito della musica popolare.
copyright 2020 (©) Alessio Mannucci
Danza e Sesso.
Lo scandaloso connubio alle origini di tutta la musica popolare, dalla notte dei tempi fino ai tempi del Pop Porno.
Siamo nei ruggenti anni '20. Un’età dell’oro di prosperità economica e cambiamenti sociali liberali.
Gli Stati Uniti hanno appena vinto la Prima Guerra Mondiale, l'era progressista sta raggiungendo la maturità.
Le città americane si stanno trasformando in vivaci centri di ricchezza, sperimentazione culturale e... sessualità sfrenata.
Energico, vivace, altamente sincopato. Il Charleston è il ballo della generazione flapper, che vuole lasciarsi travolgere dal divertimento.
Originario delle comunità afroamericane, il Charleston guadagna rapidamente popolarità in tutti gli Stati Uniti.
In men che non si dica, gli speakeasy di Chicago pullulano di ballerini che scalciano i tacchi e agitano le braccia in preda ai fumi dell'alcol.
If you like to be a jitterbug,
First thing you must do is get a jug
Put whisky whine and gin within
and shake it all up,
And then begin
Grab a cup and start to toss
You are drinkin jittersauce
Dont you worry you just mug
And then you'll be a jitterbug
"Jitterbug", Cab Calloway (1934)
A New York impazza il "jitterbug", un tipo di ballo swing introdotto dalle comunità afroamericane.
Una danza energica, che comprende elementi del "jive" - una danza afroamericana in ⁴/₄ proveniente dal Nordamerica - del charleston e di altre danze come il "Black Bottom", nata a New orleans tra gli afroamericani del sud rurale.
La danza fu descritta, al Savoy di Harlem, da Cab Calloway come "la frenesia di jittering bugs" (insetti nervosi), da cui il nome jitterbug, un termine con cui i neri descrivevano il modo in cui i bianchi cercavano affannosamente di stare dietro al ritmo scatenato del "Lindy Hop".
Il "Lindy Hop", ballo di coppia acrobatico, precursore della danza rock'n'roll, dà sfogo alla libertà dei danzatori di improvvisare all'interno della struttura dello "swingout" - il passo di danza principale - con vari gradi e tipi di "bounce" ("rimbalzo"), caratteristica, quella dell'improvvisazione, identitaria delle forme di danza vernacolari afroamericane.
Quella straordinaria, inebriante, maniacale fusione di musica e danza, che ha plasmato l'estetica della cultura e della tradizione afroamericana, poi confluita nel rhythm'n'blues, giungendo, tra le onde dei cicli e ricicli storici, fino ai nostri giorni - basti pensare all' "hip hop" o all' "electro swing" - ha segnato in modo profondo e indelebile l'intera evoluzione - rivoluzione della cultura pop moderna.
SIGLA
Come on baby, let's have some fun
Just put your hot dog in my bun
And I'll have that thing
That ting-a-ling
Just press my button
give my bell a ring
"Press My Button (Ring My Bell)", Lil Johnson (1938)
“I racconti e le canzoni ritornano sempre sugli stessi temi, sulle ironie tragicomiche della vita di un popolo emarginato, a cui sono stati ingiustamente negati i frutti di un'economia che aveva contribuito a costruire. La risposta nera a questa beffarda ironia della sorte fu quella di creare il blues, la prima forma di canzone satirica in lingua inglese montata su cadenze che ora hanno sedotto il mondo”.
Alan Lomax
"These songs tell of every phase of immorality, vice and filth; they represent the superlative of the repugnant”.
Howard Odum, Guy Johnson
Alle origini del Pop Porno vi è un fenomeno autentico, il "Dirty Blues", il "Blues Sporco", una particolare espressione della cultura nata in seno alla diaspora afro-americana.
Ovvero, tutte quelle forme di blues che trattavano argomenti osceni e socialmente tabù, facendo spesso riferimento ad atti sessuali e al consumo di droghe.
A causa delle descrizioni fin troppo esplicite, il dirty blues veniva spesso bandito dalle radio e reso disponibile solo sui jukebox.
Lo stile diventò popolare negli anni prima della Seconda Guerra Mondiale, successivamente ci fu un revival negli anni '60.
Le canzoni dirty usano allusioni, termini gergali, doppi sensi, soprattutto sessuali, come "Press My Button (Ring My Bell)" di Lil Johnson.
"Shave 'Em Dry" di Lucille Bogan è stata definita da uno storico della musica "di gran lunga la registrazione commerciale più oscena registrata nel periodo prebellico" (Wikipedia).
Furono grandi star femminili di quell'era - donne come Ma Raney, la "Madre del Blues", Bessie Smith, l' "Imperatrice del Blues", Ida Cox, Alberta Hunter - a popolarizzare i dischi di dirty blues, tra i più sessualmente espliciti nella storia della musica popolare.
Now I got the crazy blues
Since my baby went away
I ain't got no time to lose
I must find him today
Now the doctor's gonna do
all that he can
But what you're gonna need
is an undertaker man
I ain't had nothin' but bad news
Now I got the crazy blues

Il 10 agosto 1920, a New York, un uomo e una donna afroamericani varcano la soglia di uno studio di registrazione apprestandosi, senza saperlo, a cambiare per sempre il corso della storia della musica.
"Suonavamo quello che sentivamo, con questi arrangiamenti improvvisati, fatti in casa, mi dimenticai di dirigere la band e continuai a suonare il piano, cosa che non avevo mai fatto prima, né ho rifatto in seguito». Dopo aver inciso il lato B del 78 giri, ‘It’s Right Here For You (If You Don’t Get It-T’Ain’t No Fault of Mine)’, la giornata era finita. I musicisti si diressero tutti all’appartamento di Mamie, dove sua madre per festeggiare aveva cucinato riso e fagioli dall'occhio nero (black-eyed peas). E così Mamie Smith si è guadagnata un posto nella storia, come la prima afroamericana a registrare un blues [...] (Jas Obrecht, Matteo Bossi, "Il Blues" n. 138, 2017).
"Crazy Blues" è il grido ardente, disperato di una donna sull'orlo della pazzia per i maltrattamenti subiti e la terribile ansia per le sorti del suo bambino. Che medita il suicidio o l'omicidio.
La Grande Migrazione in quegli anni portava tanti afroamericani a spostarsi dagli stati del sud rurale verso le città del nord industriale e il Midwest nella speranza di sfuggire alla povertà e alla discriminazione.
In seguito all'approvazione delle leggi "Jim Crow", emanate negli Stati meridionali a favore della segregazione razziale, il numero degli afroamericani crebbe negli stati del nord del 20 percento, soprattutto nelle città più grandi come Chicago, Detroit, New York.
Nell'estate del 1919, circa 500.000 afroamericani si erano reinsediati nelle città del nord. In molti casi, i bianchi del nord, molti dei quali erano loro stessi immigrati appena arrivati, non accoglievano per niente bene i nuovi arrivati neri.
Quell'estate, nota come la "Red Summer", la violenza razziale esplode in almeno 26 città negli Stati Uniti.
"Crazy Blues" trasmette agli ascoltatori afroamericani tutta l'urgenza e la rabbia di un popolo devastato dagli abusi dei gruppi che incitavano all'odio razziale, della polizia e delle forze militari.
Il disco fu venduto in quantità enormi - circa 75.000 copie nel primo mese, più di due milioni nel tempo - ai migranti neri in fuga dal sud.
«Quel disco ha cambiato l’industria discografica», ricorda il jazzista di New Orleans Danny Barker. «Ci fu un grande impulso tra i neri e i bianchi che amavano questo mondo del blues, ad acquistare dischi e fonografi. Ogni famiglia aveva un fonografo in casa» (Obrecht, Bossi).
Si aprì così un nuovo mercato, rivolto in particolare al popolo nero. Presto, ogni etichetta ebbe la sua "Race Record".
La categoria "race music" associa l'identità afroamericana ad un genere musicale ben riconoscibile.
Molti dei cantanti avevano un background nel "vaudeville", un genere teatrale nato in Francia a fine Settecento caratterizzato dall'uso di canzoni satiriche accompagnate dal ragtime, una forma dal ritmo vivace nata dalla musica popolare nera con il pianoforte e il banjo in primo piano.
Combinato con la passione delle etichette bianche per i numeri comici dei "minstrel show" - "spettacoli di menestrelli", una miscela di sketch comici, varietà, danze e musica - ha prodotto una marea di canzoni scherzose a sfondo sessuale.
Come listen all you galls and boys
I's jist from Tuckyhoe,
I'm going to sing a little song,
my name's Jim Crow,
Weel about and turn about
and do jis so,
Eb'ry time I weel about
and jump Jim Crow.
Oh I'm a roarer on de fiddle,
and down in old Virginny,
They say I play de skyentific
like Massa Pagannini.
Weel about and turn about
and do jis so,
Eb'ry time I weel about
and jump Jim Crow.
In "Jump Jim Crow", brano musicale scritto da Thomas D. Rice nel 1828, veniva descritto un tale nero di nome Jim Crow, sciancato, che lavorava in una scuderia.
La sua figura fu presa ad emblema della discriminazione razziale: durante la lotta all'emancipazione si diceva spesso che il nero doveva "lottare contro Jim Crow".
John Strausbaugh, autore di "Black Like You: Blackface, Whiteface, Insult & Imitation in American Popular Culture", fa notare: "Alcune canzoni minstrel iniziarono come canzoni della tradizione folk dei Neri, furono adattate da interpreti Bianchi, acquistarono una grande popolarità, e furono in seguito riadottate dai Neri. Se la musica dei minstrel show o del Blackface fosse bianca o nera è del tutto opinabile. Era una mistura imbastardita - come lo è la musica americana".
Queste canzoni "bastarde" hanno influenzato profondamente il vocabolario del blues e di tutta la musica popolare successiva.
Gertrude Pridgett, nata a Columbus, Georgia, il 26 aprile 1886, nel 1904 si sposò con il cantante di vaudeville William "Pa" Rainey. Esibendosi insieme al marito, iniziò a farsi chiamare "Ma" Rainey.
Soprannominata la "Madre del Blues", è nota per la sua possente vocalità, la sua grinta, il suo maestoso fraseggio, lo stile di canto basso e roco, pieno di pathos.
Narra la leggenda che nel 1902 aveva scoperto per caso il blues mentre viaggiava con i minstrel show. Una giovane donna si è avvicinata alla sua tenda cantando una melodia malinconica accompagnata dalla sua chitarra. Ma l'ha imparata a memoria lì per lì e ha iniziato a cantarla alla fine del suo atto. La folla si è scatenata.
Quando le è stato chiesto che tipo di musica fosse, l'ha descritta come "blues".
When Ma Rainey
Comes to town
Folks from anylace
Miles aroun',
From Cape Girardeau,
Poplar Bluff,
Flocks in to hear
Ma do her stuff
Comes flivverin' in,
Or ridin' mules,
Or packed in trains,
Picknickin' fools...
That's what it's like,
Fo' miles on down,
To New Orleans delta
An' Mobile town,
When Ma hits
Anywheres aroun'.
"Ma Rainey", Sterling A. Brown
Come ha osservato la biografa Sandra Lieb, combinando lo stile folk nero con tecniche apprese sul palcoscenico del vaudeville, Ma Rainey “ha contribuito a diffondere narrazioni sull'autonomia delle donne nere che poco avevano a che fare con le norme vittoriane della società bianca".
Nella biografia di Ma Rainey, Sandra Lieb descrive i suoi "movimenti disinibiti e provocatori" che entusiasmavano le folle, soprattutto durante gli anni '20, sessualmente aperti.
Ad un certo punto, durante le sue peregrinazioni, Ma Rainey conobbe una giovane, Elizabeth "Bessie" Smith, che allora si esibiva come ragazza del coro, e divenne la sua mentore.
Non solo erano entrambe cantanti virtuose, ma condividevano l'amore per i testi audaci, gli atteggiamenti osé, e la bisessualità.
I loro spettacoli riunivano il pubblico bianco e nero sotto la stessa tenda. Entrambe le loro carriere furono trasformate dallo stesso evento: la registrazione e poi l'enorme vendita del primo disco col nome "blues" mai registrato.
Lo straordinario successo di "Crazy Blues" ha portato le etichette discografiche a cercare altri artisti dello stesso genere.
La carriera di Bessie in particolare ha raggiunto nuove vette, grazie alle oltre 150 tracce che ha inciso per la Columbia Records. Entro la fine del decennio, veniva chiamata l’ “Imperatrice del Blues” e guadagnava migliaia di dollari a settimana, più di qualsiasi artista nera del paese.
Ma Rainey fu scoperta dal produttore della Paramount Records, J. Mayo Williams, nel 1923. Firmò con la Paramount e fece oltre cento registrazioni nei successivi cinque anni.
La sua popolarità salì alle stelle, elevando il blues a genere nazionale.
Ma Raney e Bessie Smith hanno coraggiosamente infranto le convenzioni della femminilità.
I loro testi dirty, franchi ed espliciti, hanno creato le basi delle rivendicazioni sociali e culturali dell'epoca moderna, facendosi emblema ante-litteram della emancipazione sessuale femminile, che ai nostri giorni viene fin troppo sbandierata come "empowerment".
Una vera e propria sovversione queer che ha contagiato le più grandi città americane. Da Chicago e Detroit a Filadelfia e New York, il mondo proibito del jazz, del blues e dei liquori illeciti è stato il terreno di gioco ideale per la libera sperimentazione di nuovi stili musicali e sessuali.
Il pubblico non ne aveva mai abbastanza dell’intrattenimento sfrenato e "dirty".
Gli atteggiamenti sessuali si riflettono nella musica jazz, nella sfrenatezza del ballo, e nello sfrontato storytelling del dirty blues.
Lord,
if you can't bring me a woman,
bring me a sissy man
In "Sissy Man Blues", un brano registrato da numerosi cantanti blues maschili nel corso degli anni, il cantante invoca il Signore di concedergli uno svago sessuale, non importa se con una donna o un uomo travestito.
Up in Harlem every Saturday night
When the high-browns get together
it's just too tight
They all congregate at an all night strut
And what they do is tut-tut-tut
Old Hannah Brown from 'cross town
Gets full of corn and starts breakin' 'em down
Yes, at the break of day
You can hear old Hannah say
Gimme a pigfoot and a bottle of beer
Send me again
Si ballava freneticamente al ritmo della musica jazz e si beveva liquori di contrabbando, in vendita nelle cucine.
Una festa del genere è stata immortalata da Bessie Smith nella sua famosa "Gimme a Pigfoot and a Bottle of Beer", del 1933, poi ripresa da Billie Holiday (1950), LaVern Baker (1958) e Nina Simone (1966).
Ma e Bessie sono diventate famose cantando senza vergogna questo stile di vita rock'n'roll che inneggiava al piacere pansessuale, destinato a rivoluzionare la storia della musica popolare.
I need a little sugar in my bowl
I need a little hot dog
between my rolls
You gettin' different,
I've been told
Move your finger,
drop something in my bowl
Registrata per la prima volta nel 1931 da Bessie Smith e pubblicata dalla Columbia Records, "I Need a Little Sugar in My Bowl" è stata scritta da Clarence Williams, J. Tim Brymn e Dally Small.
Per il suo testo sessualmente allusivo è considerata una delle migliori canzoni dirty di tutti i tempi.
Bessie Smith supplica il suo "hard papa", dicendo: "Ho bisogno di un po 'di zucchero nella mia ciotola". Continuando il doppio senso, esprime anche la necessità di "a little hot dog between my rolls".
Poi conclude: "Smettila di scherzare, lascia cadere qualcosa nella mia ciotola".
In un articolo pubblicato nel 1995 sulla rivista "American Music", l'etnomusicologa Henrietta Yurchenco ha elogiato la canzone come uno dei primi esempi di un'interprete femminile che parla "in un linguaggio chiaro e semplice delle gioie del sesso".
Nel suo album del 1967, la cantante soul Nina Simone ha incluso "I Want a Little Sugar in My Bowl".
È stata descritta, da Matt Micucci, come "la rappresentazione in prima persona di una sessualità femminile emancipata" (Wikipedia).
I’m goin’ away, baby,
won’t be back till fall
If I find me a good man
I won’t be back at all
Ma Rainey, "See See Rider" (1924)
Alla fine degli anni ’60, al culmine del Black Arts Movement, Ma Rainey e Bessie Smith hanno continuato ad essere ricordate dall’America nera come icone della liberazione personale e sessuale.
L'ambiente urbano ha offerto ai musicisti e cantanti neri la libertà di eseguire canzoni oscene, piene di doppi sensi, che sarebbero state proibite nelle zone rurali.
Quando l'ascesa della radio, alla fine degli anni '20, ha colpito duramente le vendite di dischi, le etichette di race records hanno risposto rendendo i loro dischi blues più "sporchi" che mai.
La migliore definizione del dirty blues l'hanno data Howard Odum e Guy Johnson in "The Negro and His Songs":
"Queste canzoni raccontano ogni fase dell'immoralità, del vizio e della sporcizia; rappresentano il superlativo del ripugnante.
Il tema prevalente è quello dei rapporti sessuali e non c’è limite all’espressione”.
Dirty Revolution.
BACKLASH
"Twerk baby, twerk baby, twerk, twerk"
20 Agosto 2014
"Ieri sera a mezzanotte, il mondo è stato benedetto. Finalmente, ANACONDA È QUI".
Il video musicale di "Anaconda", diretto da Colin Tilley, è stato pubblicato sul canale Vevo di Nicki Minaj il 19 agosto 2014.
È ambientato in una giungla dove Nicki Minaj e altre ballerine si esibiscono in danze provocanti e nel twerking.
Dopo sole 24 ore ha raggiunto 19,6 milioni di visualizzazioni, battendo il record detenuto da "Wrecking Ball" di Miley Cyrus con 19,3 milioni di visualizzazioni.
Il 30 agosto 2014, Vevo ha certificato 100 milioni di visualizzazioni. Ad ottobre 2015, le visualizzazioni superano i 500 milioni.
La canzone ha raggiunto la posizione numero due nella Billboard Hot 100 degli Stati Uniti e la top ten in Australia, Canada, Irlanda, Nuova Zelanda e Regno Unito.
Yeah, he love this fat ass,
hahahahahahahaha!
My anaconda don't,
my anaconda don't
My anaconda don't want
none unless you got buns,
hun
Di sicuro, la porno rapper ha ottenuto l’effetto voluto: il suo lato B è diventato il centro dell’attenzione.
La copertina del singolo è diventata virale sul web. Ma in vari negozi di musica digitale è stata censurata con l'etichetta Parental Advisory sulle natiche della Minaj.
La cantante si è indispettita per il feedback negativo e ha scatenato una vera e propria battaglia, sostenendo che le accuse di volgarità nei suoi confronti fossero in verità razziste.
They only talk to her, because,
She looks like a total prostitute, 'kay?
I mean, her butt, is just so big
I can't believe it's just so round,
it's like out there
I mean gross, look
She's just so, black
Has your girlfriend got the butt?
(Hell yeah!)
Tell 'em to shake it!
(Shake it!) Shake it! (Shake it!)
Shake that healthy butt!
Baby got back!
Little in the middle
but she got much back!
La canzone "Baby Got Back" del rapper americano Sir-Mix-A-Lot nel 1992 ha causato polemiche per il testo dirty che fa riferimento specifico alle "big butts", le prominenti natiche delle donne di colore.
Ha debuttato al numero 75 della Billboard Hot 100 per poi raggiungere il numero uno dodici settimane dopo, rimanendovi per cinque settimane.
È diventata la seconda canzone più venduta negli Stati Uniti nel 1992. Nel 2008, è stata classificata al 17° posto delle 100 migliori canzoni dell'hip hop dal network televisivo via cavo. A ottobre 2023, Billboard l'ha classificata tra le 500 migliori canzoni pop di tutti i tempi.
Il testo, reminiscente del genere hokum, prende in giro il modo in cui Hollywood ritrae comunemente le donne afro-americane come "cameriere, servitrici e prostitute".
Ha debuttato al numero 75 della Billboard Hot 100 per poi raggiungere il numero uno dodici settimane dopo, rimanendovi per cinque settimane.
È diventata la seconda canzone più venduta negli Stati Uniti nel 1992. Nel 2008, è stata classificata al 17° posto delle 100 migliori canzoni dell'hip hop dal network televisivo via cavo. A ottobre 2023, Billboard l'ha classificata tra le 500 migliori canzoni pop di tutti i tempi.
Il testo, reminiscente del genere hokum, prende in giro il modo in cui Hollywood ritrae comunemente le donne afro-americane come "cameriere, servitrici e prostitute".
Nel video, volutamente grottesco, Sir Mix A Lot canta al centro di panorami a forma di natiche contornato da diverse ballerine che mostrano e agitano il didietro.
MTV lo ha inizialmente bandito perché visualizza parti del corpo femminile. Il video è stato modificato e messo nuovamente in rotazione solo dopo le 9 di sera.
Sir Mix-a-Lot ha difeso la canzone sostenendo che "dà potere alle donne formose a cui vengono mostrate modelle magre come ideali di bellezza" (Wikipedia).
"Anaconda" sfrutta furbescamente un campione di "Baby Got Back”.
Minaj rappa dal punto di vista della donna facendo intendere she sta usando il suo fisico "callipigiano" (la Venere Callipigia, o anche Afrodite Callipigia, ossia "Afrodite dalle belle natiche", è una scultura marmorea di epoca romana databile al I-II secolo conservata nel museo archeologico nazionale di Napoli) per trarre profitto e potenziare se stessa.
Nonostante le molte recensioni positive e il grande successo commerciale, ha provocato anche molte reazioni negative.
La rivista digitale London Economic l'ha definita "una delle peggiori canzoni di sempre". I critici della National Review hanno definito la canzone "degradante", aggiungendo che "promuove la prostituzione, l'abuso di droghe e l'immoralità tra le ragazze".
Una città in Israele ha bandito la canzone e l'ha proibita da concerti ed eventi sportivi affermando che stabilisce un record di "violazioni della dignità delle donne", che incoraggia "una cultura di stupro e umiliazione delle donne", e che il testo è "pieno di parole razziste, insulti, sessismo e omofobia" (Wikipedia).
Il video è a dir poco osceno: le ballerine scuotono i fianchi su e giù velocemente sul proprio asse verticale, creando così un tremolio sulle natiche con chiare allusione sessuali in uno scenario simil-tropicale.
Poi la Minaj concede le sue posteriora al cospetto del rapper newyorkese Drake.
Chi difende la Minaj, persino delle femministe, sostiene che la sua aggressività sessuale e la glorificazione del suo culo mostrano il controllo sulla sua sessualità, in un ruolo non più subordinato all'uomo.
L'unico potere che dimostra è quello di fornire una fantasia pop porno che rafforza stereotipi sessisti legittimando la prostituzione del corpo femminile, seguendo dei precisi diktat dell'industria porno-discografica.
L'ex star della Disney Miley Cyrus, neo pop pornostar, ha risposto per le rime a Nicki Minaj.
Nel suo porno-show a Monterrey, in Messico, durante i festeggiamenti del Mexican Independence Day, ha indossato un sedere finto di taglia XL e si è fatta sculacciare dai suoi ballerini.
La Minaj e la Cyrus partecipano attivamente ad alimentare la cosiddetta "reazione al femminismo" come profetizzato dal libro di Susan Faludi, "Backlash", del 1991.
La Faludi sosteneva che, a causa dei progressi nei diritti delle donne, ci sarebbe stato un enorme contraccolpo.
Mentre da un lato le donne guadagnano posizioni di potere nel mondo patriarcale, e hanno più possibilità di scegliere i propri percorsi nella vita, dall'altro crescono per rappresaglia il sessismo e la violenza contro le donne.
Molte cantanti e attrici, soggiogate dall'industria dello spettacolo, fomentano questo contraccolpo, facendo intendere al pubblico che sono loro a scegliere la propria mercificazione per conquistare un potere che alle donne è sempre stato negato.
In realtà, tutte queste artiste, o pseudo tali, aderiscono ad un piano ben preciso che, progressivamente, nel corso degli anni, ha portato alla moderna collusione tra pop e pornografia.
"Il 99 percento delle classifiche è pornografia soft.
Guarda i video. Sarei certamente imbarazzato a sedermi lì davanti con mia mamma.
Non vorrei che i miei figli piccoli li guardassero. Al giorno d'oggi non puoi guardare le star moderne - come Britney Spears o Lady Gaga - con un bambino di due anni".
Sembrerebbe che il produttore musicale Mike Stock, del trio di produttori Stock Aitken Waterman - che detiene il record del Regno Unito con 11 dischi numero uno e 54 top ten - abbia espresso un punto di vista per niente sbagliato, e piuttosto preoccupante.
La pensa allo stesso modo anche Annie Lennox, ex cantante degli Eurythmics, che, senza mezzi termini, ha definito le immagini sessuali di molti video musicali "pornografiche".
"L'opinione comune è che tu sia una prostituta. Devi diventare un oggetto sessuale. I valori che vedo nei video pop sono come il porno soft" (The Guardian, 2005).
Parlando con BBC Radio 5 Live ha detto: "Sono per la libertà di espressione, ma qui siamo chiaramente un passo oltre, nel regno del porno".
"Sono turbata e sgomentata dalla recente ondata di video e spettacoli iper-sessualizzati.
Appare evidente che diverse case discografiche abbiano scelto di vendere materiale pornografico con accompagnamento musicale".
Mr. Backlash, Mr. Backlash
Just who do think I am
You raise my taxes, freeze my wages
And send my son to Vietnam
You give me second class houses
And second class schools
Do you think that all the colored folks
Are just second class fools
Mr. Backlash, Mr. Backlash
Just what do you think I got to lose
I'm gonna leave you
With the backlash blues
Il Pop Porno, come ha sottolineato Susan Faludi, non fa che riacutizzare la misoginia e il sessismo, che puntualmente riemergono ogni volta che il movimento delle donne sembra ottenere progressi.
"Il contraccolpo non è una cospirazione che invia agenti da qualche sala di controllo centrale, né le persone che servono i suoi fini spesso sono consapevoli del loro ruolo... Per la maggior parte i suoi meccanismi sono codificati e interiorizzati, diffusi e camaleontici".
TO BE CONTINUED
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