mercoledì 15 luglio 2020

RAPP DIRRTY


This prick of mine get hard as stone
And it’s three times bigger than John Holmes

GENERE: MUSICALE STORICO

SEASON 2

EPISODE 1

PARENTAL ADVISORY: SEXUAL EXPLICIT CONTENT




SIGLA




No love, just sex, followed next with a check and a note

That last night was dope


Let's talk about sex, baby (sing it)

Let's talk about you and me (sing it, sing it)

Let's talk about all the good things

And the bad things that may be


Il "Dirty Rap", o in certi casi anche "Porno Rap", è un sottogenere della musica hip hop caratterizzato da contenuti lirici sessualmente talmente espliciti da diventare spesso offensivi. 





I said, "Hey bitch, give me some of this fine meat"
She said, "I got it here, so come on with it

But just make sure you got enough meat to get it"

I said, "My hands are large, and my prick is bigger
Just open up your thighs while I pull my trigger, yeah"


"Rapp Dirty" di Blowfly, registrato per la prima volta negli anni '70, può essere considerato il capostipite del genere. 

Una parodia dirty della hit "Rapper's Delight" della Sugarhill Gang che rimanda alle metafore sessuali usate anni addietro dal dirty blues.





La ristampa col titolo di "Blowfly's Rapp" nel 1980 ha aiutato l'album "Blowfly's Party" a raggiungere il n. 26 nella classifica degli album neri di Billboard Magazine e il n. 82 nella Top 200 di Billboard.




Clarence Reid, morto nel 2016 all'età di 76 anni, ha cominciato a scrivere versioni sessualmente esplicite di canzoni di successo per divertimento, eseguendole solo per i suoi amici alle feste o in studio, dando vita ad un genere che verrà chiamato "party rap". 




Nel 1971, insieme a una band di musicisti, registra un intero album di queste canzoni con il nome Blowfly. L'album, "The Weird World of Blowfly", presenta Reid vestito da supercattivo a basso costo sulla copertina. 

Reid Ha creato questo alter ego per proteggere la sua carriera di autore e produttore. Negli anni '60 e '70 ha lavorato con artisti di spicco come Betty Wright, Sam & Dave, Gwen McCrae, Jimmy "Bo" Horne, Bobby Byrd e KC & the Sunshine Band.


"The Weird World of Blowfly", diventato nel 2010 anche un film documentario, raccoglie una serie di esilaranti parodie dirty di hit soul e R&B, principalmente degli anni '60 e '70.













This prick of mine get hard as stone

And it’s three times bigger than John Holmes



Reid ha poi continuato a esibirsi in costumi bizzarri interpretando il suo personaggio Blowfly, registrando album dirty rap fino agli anni '80, diventando una figura di culto.




Alcuni suoi brani, tra quelli più popolari e quelli meno conosciuti, sono stati campionati da numerosi artisti: Warren G., Jurassic Five, The Avalanches, Ol Dirty BastardWu Tang Clan, DJ Shadow, Big Daddy Kane, Mary J. Blige, Beyoncè.






Altra figura di culto del mondo dirty e del party rap degli anni '70 è Rudy Ray Moore, pseudonimo di Rudolph Frank Moore.

Comico, attore, cantante e produttore cinematografico statunitense, noto negli anni Settanta per aver creato il personaggio di Dolemite nell'omonimo film del 1975, uno dei migliori del genere blaxploitation, che si rivelerà un grande successo e che darà vita a diversi seguiti.

All'inizio della carriera di cantante ha registrato brani rhythm and blues con ascendenze dirty blues per le etichette Federal, Cash, Ball, Kent e Imperial tra il 1955 e il 1962.




Ladies and gentlemen
Here he is
The "now" comedian
For the "now" generation
Mister Rudy Ray Moore
And I ain't lyin' either!

Some folks say that Willie Green
Was the baddest motherfucker the world ever seen
But I want you to light you up a joint and take a real good shit
And screw your wig on tight
And let me tell you about the little bad motherfucker called Dolemite



Moore, stando a un suo stesso racconto, stava lavorando nel negozio di dischi Dolphin's of Hollywood, quando sentì uno sconosciuto raccontare alcune storie oscene di un tale Dolemite. 

Moore, incuriosito, iniziò a registrare queste storie e a inserirle nei suoi album musicali, in cui recita dei versi in rima sessualmente espliciti che parlano di prostituzione, gioco d'azzardo, sfruttamento, mentre in sottofondo un gruppo di musicisti suona musica jazz e R&B. 

Si è ispirato a comici molto più famosi di lui come Redd Foxx e Richard Pryor.




Nel 1970-1971 ha registrato tre album dirty-party rap: "Eat Out More Often", "This Pussy Belongs To Me" e "The Dirty Dozens", dove recita rime volgari, sessualmente esplicite, raccontando di prostitute, papponi e lestofanti.


Moore ha rinnovato i tradizionali "Dozens", nati nella comunità afro-americana degli Stati Uniti, una sfida verbale in cui i partecipanti si insultano a vicenda di fronte ad un pubblico che sprona gli sfidanti.

L'importanza delle madri nelle famiglie africane e afro-americane è al centro del gioco: insultare la madre di qualcun altro serve ad infiammare gli animi.

Quando il linguaggio verte su contenuti sessuali il gioco viene chiamato "Dirty Dozens". 





Le registrazioni di Moore erano di solito fatte nella sua casa, con gli amici presenti per restituire un'atmosfera di festa. 

Le copertine, così come i contenuti, degli album, con un chiaro riferimento alla pornografia dell'epoca, erano spesso troppo audaci per essere messe in mostra nei negozi di dischi, ma i dischi divennero popolari attraverso il passaparola riscuotendo grande successo nelle comunità dei neri americani.




Un classico porno rap di Moore è "Mr. Big Dick and Others" che verrà poi campionato da diversi artisti hip-hop.

Moore è stato definito "The Godfather of Rap" e ha influenzato molte star successive. Snoop Dogg ha dichiarato: "Senza Rudy Ray Moore, non ci sarebbe Snoop Dogg".





Il professor Henry Louis Gates Jr., studioso afroamericano di Harvard, nel suo libro del 1988, "Signifying Monkey: A Theory of African-American Literary Criticism", usa il brano di Rudy Ray Moore, "Signifyin 'Monkey", come esempio del continuo adattamento del folklore nero, proveniente da una antica cultura musicale e orale.






She could blow more head than a whale blows water
Blow job Betty make your dick get harder


Il gioco comincia a farsi più duro a metà degli anni '80 con il rapper Too $hort, nome d'arte di Todd Anthony Shaw.

Un pioniere dello stile della West Coast, in particolare della scena di Oakland, in California, debutta nel 1985 con l'album "Don't Stop Rappin'" caratterizzato da crudi ritmi di batteria elettronica e liriche esplicite che si concentrano su temi come prostituzione, promiscuità, droga, vita di strada.

È stato il primo artista hip-hop a popolarizzare l'uso nelle liriche rap della parola "bitch" ("cagna") diventata poi sinonimo di una "donna affamata di soldi, scandalosa, manipolatrice ed esigente".






All you girls with the big booties
It is my duty to fuck you cutie
Don't be shy and don't be slick
Cos that's the big question

Mr. Big Dick, who do you think you are?



Nel 1988, il rapper Schooly D, pseudonimo di Jesse B. Weaver, Jr., pioniere dell'hardcore rap e del gangsta rap, con il brano "Mr Big Dick", contenuto nell'album "Smoke Some Kill", realizza una parodia dirty della canzone soul-funk "Mr. Big Stuff", singolo di debutto della cantante statunitense Jean Knight pubblicato nel 1971 dalla Stax Records con grande successo.






Mr. Big Stuff
Who do you think you are
Mr. Big Stuff
You're never gonna get my love



In questa canzone, Jean Knight si rivolge a un uomo facoltoso facendogli capire che non si innamorerà di lui per i suoi abiti eleganti o la sua grande macchina.


Nella versione dirty di Schoolly D, l'uomo in questione si vanta della sua forte virilità.


La canzone sfrutta dei campioni provenienti da "Mr. Big Stuff", "Mr. Big Dick" di Rudy Ray Moore e "You Can Make It If You Try" di Sly & The Family Stone.


Nel 1996, "Mr. Big Stuff" viene ripresa dalla rapper femminista Queen Latifah.




I'm the Peter Piper of the 1980's
Got a long hard dick for all of the ladies

I don't care if you got three babies
If you want to blow, just let me know

You can work the sitck in my Mercedes
I'll look at you, and you will look at me

We can go backstage at the end of the show
You know what to do, 'cause I won't say please

With my dick in my hands as you fall to your knees
Just nibble on my dick like a rat does cheese!


Il controverso gruppo rap di Miami 2 Live Crew porta il dirty rap all'attenzione del grande pubblico nel 1986 con l'album di debutto "2 Live Crew Is What We Are".

Per il contenuto sessuale spinto delle rime il disco riceve la "rating X" usata per i materiali considerati per adulti.

Nello stato della Florida, dove viene ritenuto osceno, un commesso fu accusato di "corruzione di minorenne" per averlo venduto a una ragazza di 14 anni.



I was walking down the street when i met this lula
Singing doo wah diddy diddy dumb diddy doo
Doo wah diddy diddy dumb diddy doo

She had a mouthpiece and a nice soup cooler
She sucked my dick sucked my dick

Goddamn, this bitch'll do it all
Licked my balls licked my balls
Kissed my ass kissed my ass


I 2 Live Crew realizzano le loro basi facendo incetta di campionamenti, stratificati sul tipico suono del Miami Bass basato sulle percussioni della batteria elettronica Roland TR-808.

I testi rigorosamente dirty riflettono l'umorismo sessualmente esplicito del gruppo.




Con l'uscita del loro terzo album nel 1989, "As Nasty As They Wanna Be", il dirty rap diventa un genere ormai riconosciuto.

È il primo album nella storia ad essere considerato legalmente osceno, nel 1990, da un tribunale distrettuale della Florida, sentenza successivamente annullata.

Dopo essere stati attaccati da critici conservatori, censori e avvocati, i 2 Live Crew rispondono con l'album del 1990 "Banned in the U.S.A.", un album molto più politico e arrabbiato in cui volano parolacce e insulti.





Freaky bitches with plenty of ass
Rollin' to the music and shakin' real fast
Bend over backwards, make me shout
And work that pussy, in and out
Movin' their body with plenty of action
Bringin' to the men more satisfaction
Doin' what they feel to turn us out
Just work that pussy all the way out!
Pop that pussy! Heyyy! Pop that pussy, baby!
Pop that pussy! Pop, pop that pussy, baby!


I 2 Live Crew tornano al loro dirty rap goliardico con "Sports Weekend: As Nasty As They Wanna Be, Pt. 2" del 1991.







Salt and Pepa's here, and we're in effect
Want you to push it, babe
Coolin' by day then at night working up a sweat
C'mon girls, let's go show the guys that we know
How to become number one in a hot party show

Now push it
Ah, push it, push it good
Ah, push it, push it real good
Ah, push it, push it good
Ah, push it, p-push it real good
Hey! Ow!



Nel 1987, il trio femminile americano Salt'n'Pepa esordisce con il singolo "Tramp" che nella b side contiene il brano "Push It", poi ripubblicato come singolo nel 1988.

Insieme a "Let's Talk About Sex" sono le due canzoni di maggior successo del trio in Inghilterra, entrambe arrivate al numero due. 

"Push It" cita un verso di "You Really Got Me" dei The Kinks, sostituendo "girl" con "boy": "Boy, you really got me goin'/You got me so I don't know what I'm doin'". Cita anche "Pick Up This" da "I'm a Greedy Man" e "There It is" da "There It Is", entrambe canzoni di James Brown.

Il verso sussurato che dà il titolo alla canzone è stato campionato da una registrazione del 1977 intitolata "Keep on Pushin'" della band Coal Kitchen.

Primo grande successo di dirty rap al femminile, “Push It” ha avuto un forte impatto nel mondo dell'hip hop. 

Le Salt'n'Pepa con questa canzone hanno voluto fornire una caricatura dei testi e videoclip sessisti degli artisti maschi che sono soliti rappresentare le donne come delle prostitute. 

Con la loro immagine sexy e aggressiva, le Salt-N-Pepa hanno reclamato il diritto per le donne dell'hip hop di rappresentare il sesso dal loro punto di vista esprimendo i loro pensieri sugli uomini, facendo da apripista ad una successiva generazione di star hip hop femminili che porteranno il dirty rap in testa alle classifiche.






I saw this girl and she was pumpin'
I winked my eye, she got into the ride
Went to a club was jumpin'
Introduce myself as Loc
She said, "You're a liar"
I said, "I got it goin' on baby doll
And I'm on fire"
Took her to the hotel she said
"You're the king"
I said, "Be my queen if you know what I mean
And let us do the wild thing

Wild thing
Wild thing



Nel 1989, il singolo "Wild Thing" del rapper americano Tone Lōc raggiunge il numero due della Billboard Hot 100.

Un moderato dirty rap che utilizza un campione non accreditato di "Jamie's Cryin'" dei Van Halen.

Il testo parla di un incontro sessuale con una donna che si rivelerà poi essere una prostituta. Il titolo fa riferimento alla frase "doin' the wild thing", che allude al sesso. 

Era un eufemismo popolare alla fine degli anni '80 quando persone come il comico Arsenio Hall avevano bisogno di parlare di sesso senza destare l'ira dei censori.

"Wild Thing" è stata la prima canzone rap di un artista nero ad essere suonata anche dalle radio pop, e anche il primo singolo rap a diventare disco di Platino.









Now let me see you shake your rump like a rump shaker

All I want to do is zoom-a-zoom-zoom-zoom

And a poom-poom, just shake ya rump

Shake it to the left (shake it) shake it to the right
I don't mind stickin' it to her every single night
Come on, pass the poom poom, send it to poppa
Shake it baby shake it baby shake it don't stoppa
Let me see you do the booty hop (hop)
And now make the booty stop
Now drop and do the booty wop (ooh)



Il gruppo hip hop Wreckx-n-Effect, nel 1992 piazza la hit  "Rump Shaker", prodotta da Terry Riley,  che raggiunge la posizione numero due nella Billboard Hot 100 e nella Hot R&B/Hip-Hop Singles & Tracks e la posizione numero uno nella Hot Rap Singles.

Il testo è pieno di allusioni sessuali rivolte a donne che ballano e mettono in mostra il loro lato b.

Il video musicale di accompagnamento, raffigurante Wreckx-N-Effect e Riley che ospitano una festa a Virginia Beach, ha ricevuto critiche per la raffigurazione delle donne in bikini. Il video è stato bandito da MTV.

Successivamente è nata una serie di film pornografici con lo stesso titolo della canzone.





Pumps and a bump, pumps and a bump, we like the girls with the pumps and a bump

Pumps and a bump, pumps and a bump, gimme the girls with the pumps and a bump


Nel 1994, il rapper MC Hammer realizza un'altro inno all' "ass shakin'" con “Pumps And A Bump".



Il video musicale originale presenta Hammer con indosso un costume Speedo mentre balla in modo suggestivo accanto a numerose donne in costume da bagno. Anche questo video è stato bandito da MTV perché considerato troppo volgare.



Purtroppo però, la raffigurazione di donne in abiti succinti che agitano il di dietro diventerà quasi un must per i videoclip di canzoni rap, e non solo, dando vita ad un acesso dibattito sulla natura machista e sessista di gran parte di questi video.






You want freestlye that's right the style is free
Niggas suck my dick and they girls drink my pee
I'm on some S&M shit you can't get with
Pull your panties down on stage and watch you sweat quick

Not no horror-core shit, this is porno-core
I'm in the club naked man, I'm the fucking pro
Niggas can't wax no ass, girls should let them know

(Sex style!) Niggas want it free
They dogs drink my piss (Girls wanna see)



Il rapper Kool Keith ha descritto il contenuto lirico del suo album "Sex Style" del 1997 come "pornocore". 

L'album presenta Keith che si dipinge in vari modi interpretando personaggi che vanno dal magnaccia al pervertito.

Keith usa metafore sessuali per attacare altri rapper, nella tradizione delle dirty dozens, ma ci va giù pesante. In alcuni versi fa riferimento all'urofilia, nota anche come "pissing".




Kool Keith è apparso in seguito nel 2001 in "Porn Again", un concept album pornocore dei The Smut Peddlers, dove da nuovamente prova del suo porno rap, in particolare nella traccia "Talk Like Sex Pt II".





Bitch swore up and down I was gonna fuck her in the pussy
Since friends waitin' on subtle
'Bout time to make a move upon the hungry little butt hole
Meanwhile, she acted quite passive
Lickin' the hun neck while lotionin' that ass with jelly

So, girls, when we kiss and we cuddle
Ain't no way to put it subtle when I want the butt hole


Un altro esempio di pornocore è offerto da Slick Rick nel brano "Adults Only" tratto dall'album "The Art of Storytelling" del 1999.

Con estremo cinismo e sessismo, Slick Rick esalta le virtù del sesso anale a malapena consensuale.







All you ladies pop your p-ssy like this

Shake your body, don't stop, don't miss

All you ladies pop your p-ssy like this

Shake your body, don't stop, don't miss


Just do it, do it, do it, do it, do it now

Lick it good suck this p-ssy, just like you should

Right now, lick it good
Suck this p-ssy just like you should

My neck, my back
Lick my p-ssy and my crack,
My neck, my back
Lick my p-ssy and my crack
My neck, my back
Lick my p-ssy and my crack


Ancora porno rap, ma al femminile. 

La rapper americana  Khia, nell'aprile 2002 pubblica "My Neck, My Back (Lick It)" come singolo principale del suo album di debutto in studio, "Thug Misses".

Un dirty rap all'ennesima potenzaincoraggia sia il cunnilingus che l'anilingus.




 



A causa del testo sessualmente esplicito, viene pubblicata una versione modificata per essere passata in radio.

Nel Regno Unito è stato utilizzato un video diverso, senza Khia, che raffigura un gruppo di modelle in bikini mentre lavano un Hummer H2.

La canzone ha raggiunto il numero 42 della Billboard Hot 100 degli Stati Uniti, il numero quattro nel Regno Unito e il numero 12 in Australia.

Nel 2015, la cantante pop porno Miley Cyrus ha eseguito una cover della canzone dal vivo a New York.





I'm not a prostitute, but I could give you what you want
I love your braids and your mouth full of fronts
Love the way my ass go bum-bum-bum-bum
Keep your eyes on my bum-bum-bum-bum-bum
You think you can handle this badonka-donk-donk
Take my thong off and my ass go boom
Cut the lights on so you see what I could do

C'mon

Is it worth it? Let me work it
I put my thing down, flip it and reverse it
If you got a big *elephant trumpet*, let me search ya
And find out how hard I gotta work ya





A settembre del 2002 esce la hit "Work it" della rapper Missy Elliot, prodotta da Timbaland, un dirty rap che riscuote un grande successo, arrivando al numero due della Billboard Hot 100 rimanendovi per dieci settimane.

Musicalmente omaggia l'hip hop old school degli anni '80 con campioni provenienti da "Peter Piper" dei Run-D.M.C.'s. e "Request Line" di Rock Master Scott & the Dynamic Three.

Una parte del testo ha contribuito a diffondere il termine gergale "badonkadonk" che indica un bel paio di chiappe.

La canzone usa onomatopee come "ra-ta-ta-ta" e "buboomp buboomp boomp" per riferirsi a movimenti corporei sessualmente espliciti.

Come se Missy stia "lavorando" talmente bene da perdere il controllo delle funzioni vocali. La frase del titolo è un'altra allusione alla danza e al sesso. 





You heard what I said, we need to make our way to the bed
You can start using your head
You like to fuck, have ya legs open all in the buck
Toot it up, slappin' ass, gurl the sex get rough
Switch position and let the dick get down to business
So you can see what you been missing
You might had some, but you never had none like this
Just wait til' you see my dick (Oooooooo!!!)



Il duo rap di Atlanta Ying Yang Twins nel 2005 pubblica il dirty rap "Wait (The Whisper Song)". 

La canzone è composta da un impulso di basso minimo, alcuni schiocchi delle dita e un testo interamente sussurrato, sessualmente esplicito.

Raggiunge il numero 15 della Billboard Hot 100.




Fuck me bad, let me in, a cardiac arrest
Make me come, make me come
Come, we know you are the best
Who's bad? Let me wind up on your cock
Tick-tock-tick, riding the clock
Beat it, beat it, beat it bad, let me show you what I've got

I ain't Snoop Dogg, but I'mma drop it like it's hot

I ate the pussy fast, I'm about to start burping
I burp, burp and re-lick the bottom of the surface
I loaded my clip in and told her, "Don't get nervous"
I'm a Bang Bang Chiddy Bang, bang, bang killer
Nipple tit clit licker, ball like a dribble

Put you in a pickle, nibble on my dickle



Giunti nel 2013, il dirty rap è un genere ormai appiamente diffuso e popolare.


"Bubble Butt", del trio americano di musica dance elettronica Major Lazer, tratta dall'album "Free the Universe", vede la partecipazione del cantante Bruno Mars e i rapper Tyga e Mystic.

È un inno dirty parodistico al twerking: invita le ragazze a sfoggiare delle gigantesche natiche ed è pieno di doppi sensi e sproloqui sessuali.

È stato il primo singolo di Major Lazer ad entrare nella Billboard Hot 100 e a raggiungere il numero otto nella classifica Dance Club Songs. Ha scalato le classifiche in Libano e Corea del Sud ed è stato certificato disco d'oro dalla Recording Industry Association of America (RIAA).




Il video è stato diretto da Eric Wareheim del duo comico Tim & Eric.

Tre giovani donne bianche in un appartamento ascoltano musica e scattano foto coi loro telefoni quando improvvisamente una gigantesca donna di colore volante, "Buttzilla", atterra nelle vicinanze e con delle protuberanze che le escono dalla bocca le gonfia i glutei.

Le pareti dell'appartamento crollano e rivelano una pista da ballo. Le ragazze iniziano a ballare mettendo bene in mostra i loro nuovi culi super rinforzati.




La pornificazione, in particolare delle donne di colore attraverso l'enfasi iper-sessuale e iper-realistica data alle loro iconiche posteriora, è ormai talmente consueta ed accettata che ci si può tranquillamente ridere sopra, rafforzando così la sua legittimazione.





Dan, my nigga from down south

Used to like me to spank him and cum in his mouth

And Tony, he was Italian

He didn't give a fuck that's what I liked about him

He ate my pussy from dark till the mornin'

Called his girl up and told her we was bonin'

Puerto Rican papi used to be a Deacon

But now he be suckin' me off on the weekend

And this black dude I called King Kong

He had a big ass dick and a hurricane tongue

So, how many licks does it take 'til you get to the center of the?




"How Many Licks?" ("Quante Leccate?") è una canzone della rapper americana Lil' Kim, con la voce del musicista e cantante americano Sisqó, dal suo secondo album in studio del 2000, "The Notorious K.I.M.".


Sfrutta un campionamento del tema musicale della serie tv "Knight Rider", mentre il testo esprime in modo esplicito il desiderio di un rapporto orale e racconta di varie relazioni sessuali con diversi uomini.

Un giornalista del New Musical Express lo ha definito "funk pornografico".

La studiosa Aine McGlynn ha detto che "How many Licks" può essere considerata storicamente come una delle canzoni più esplicitamente sessuali che siamo mai state trasmesse.





Il video musicale, diretto da Francis Lawrence, presenta la cantante come una bambola del sesso in tre diverse fantasie sessuali: Candy Kim, Pin-Up Kim e Nightrider Kim.

Ogni bambola viene mostrata assemblata come una produzione in serie, un potente simbolo del capitalismo, con riferimento alla standardizzazione della pornografia e alla sua diffusione attraverso i mass media.


Il professore di studi afroamericani Mark Anthony Neal ha criticato il trattamento della sessualità femminile nera accusando la rapper di perpetuare l'oggettificazione sessuale delle donne

Le accademiche di studi femminili Gail Dines e Jean M. Humez hanno scritto che Lil 'Kim sarà ricordata per la "sua partecipazione a codici di descrizioni pornografiche di donne"".

Altri commentatori successivamente hanno paragonato il contenuto pornografico del brano a quello del singolo della rapper Nicki Minaj del 2014, "Anaconda".




Ice my wrist-es then I piss on bitches
You could suck my diznick, if you take these jizzes
You don't like them disses, give my ass some kisses
Yeah they know what this is, give bitches the business


Cory Lamz di Westword ha scritto che la Minaj ha parodiato "How Many Licks" e le immagini associate nel video musicale con il suo singolo e video del 2011 "Stupid Hoe".







I got the magic stick
I know if I can hit once, I can hit twice
I hit the baddest chicks
Shorty don't believe me, then come with me tonight
And I'll show you maaagic
(What? What?) Maaagic
I got the magic stick




Yo, now every lil' slut with a butt wanna jump on me
I'll teach 'em how to hump when they fucks with me
I ain't done at one nut, bitch I dump all three
Slurp it all up when you suck on me cause see

Gimme that good dick (give it to me) gimme that good dick 
Gimme that good dick (give it to me) that fine-ass good dick 
{Gimme that pussy} (give it to me) {gimme that pussy} (yeah, 

{Gimme that pussy} (give it to me) {that bomb-ass pussy}




Il caso Lil' Kim è particolarmente significativo: per aver ribaltato l'immagine misoginistica del gangsta rap, per aver consacrato il dirty/porno rap, per aver legittimato la pornografia hardcore all'interno della cultura pop. 




Interpretando un ruolo di oggetto/soggetto sessuale, Lil' Kim celebra il ruolo predominante assunto dal sesso e dalla pornografia nella cultura contemporanea. 


Per questo Lil' Kim è considerata da alcuni come manifestazione di un nuovo "porno-femminismo".



Nell'articolo in forma di lettera "to Kim, with love", apparso nel 2000 su "Essence", la giornalista Akissi Britton sottolinea come sia difficile valutare il grande successo di Lil' Kim da un'ottica femminista.

La Britton, parlando direttamente a Lil' Kim, la supplica di smetterla di costruire rappresentazioni che promuovono il cosiddetto "pussy power" ("potere della figa"), che definisce come "l'uso letterale o figurativo di ciò che è tra le tue gambe per ottenere tutte le cose materiali che vuoi", 

perché così non fa altro che reificare una rappresentazione stereotipata e degradante delle donne di colore.

La Britton situa la rappresentazione offerta da Lil' Kim nella più vasta industria culturale americana, ormai globale, che ha mercificato il sesso attraverso la promozione della prostituzione e della pornografia. 



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